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martedì 31 marzo 2009

Argentinian powerpoppers!

Il powerpop è un "prodotto" sempre più globale, ancorchè di estrema nicchia. Nel corso di quest'anno e mezzo di vita abbiamo parlato di gruppi provenienti da ogni dove, ma non ci aspettavamo di trovarci a trattare contemporaneamente tre grandissimi gruppi provenienti dalla terra di Maradona, Manu Ginobili e Leo Messi. Che sia l'alba di un'esplosione del nostro genere preferito simile a quella che abbiamo visto nascere (e continuiamo a veder progredire) in Spagna? E' presto per dirlo, forse. Ciò che è sicuro è l'evidente qualità di tre album usciti tra il 2008 e il 2009, uno dei quali sarà secondo UTTT uno dei dischi definitivi di quest'anno. Ma andiamo a scoprire con ordine questa nuova, inaspettata ed elettrizzante ondata di "Argentinian powerpop"!

Baby Scream - Ups and Downs (2008; F.W.A.C.). Baby Scream è sostanzialmente un one-man-thing gestito da Juan Mazzola, argentino purosangue trapiantato a Londra. Il suo disco d'esordio è il classico esempio di album che avrebbe meritato un posto nella mia classifica di fine 2008, ma purtroppo l'ho scoperto troppo tardi. Mi perdoni, Juan, perchè il suo disco è un eccellente esempio di pop acustico immerso capo e piedi nel tepore dei tardi anni sessanta. Tra le proprie influenze il signor Mazzola cita Marc Bolan, Teenage Fanclub e Radiohead. Io i Teenage Fanclub (i primissimi Teenage Fanclub) effettivamente li sento durante Walls Crumbling Down. Bolan così così. I Radiohead, per fortuna no. Meno Male. Sento invece una psichedelia soft ammodernata alla maniera dell'ultimo Rick Gallego nella piccola perla Suddenly, mentre nell'acustica One More Chance lo stile ed il timbro di voce mi riportano al Robert Harrison periodo The Big Picture o alle cose più "laid-back" dei Deleted Waveform Gatherings. La title-track è un esercizio acustico classico fatto molto bene e molto poco retorico, ma Juan Mazzola sa il fatto suo anche nelle rare volte in cui alza il volume delle chitarre, così Everyday (I Die A Little Bit) è una gradevolissima canzone che mi farebbe pensare agli Strokes, se Julian Casablancas fosse un powerpop songwriter. Per favore, garantite a Juan un ascolto. Nessuno se ne pentirà. (www.myspace.com/babyscream)

The Kavanaghs - The Kavanaghs (2009; Eternal Sunday records). Provengono invece da Rosario i Kavanaghs, sensazionale quartetto formato da Alejandro Pin, Diego Vazquez, Tiago Galindez e da Julio Leidi. Il loro omonimo album d'esordio - non ancora pubblicato ma che il gruppo mi ha gentilmente mandato in "preview" - sarà ricordato negli anni a venire come uno dei classici del 2009. La miscela che i Kavanaghs propongono affonda le radici nella miglior tradizione Beatlesiana d'annata, con riferimenti spicci al periodo Help!/Rubber Soul/Revolver e a tutto quello che i tre capolavori citati hanno lasciato in eredità ai lustri seguenti. Ergo: dosi massicce di Pete Ham sound e di Badfinger in generale nel mezzo di squisiti spaccati di grande pop music come il singolo All The Time, oppure come l'apertura killer The Wrong Side Of The Way. Alcuni brani, tipo Friday On My Mind, che già per l'omonimia con il capolavoro che tutti conosciamo bene merita una menzione d'onore, mi lasciano addirittura allibito. Per struttura dell'incredibile songwriting e per le nenie melodiose e beatlesiane fino all'osso. Tra gli altri brani favoriti (difficili da scegliere vista la qualità generale) si collocano la McCartiana You Know, il powerpop sospeso tra Raspberries e soprattutto Records di The Simple Things, la spassosa e teatrale Hyde Park e la summa del vocal pop sessantista Beachboysiano di It Seems That I'm Not Getting Things Quite Right. Voci magnifiche, strumentazione ed etica di scrittura rigorosamente vintage ma, soprattutto, grande classe e grandissime canzoni. Ripeto, The Kavanaghs sarà uno dei grandi dischi del 2009 e il suggerimento, benchè ovvio e scontato, è necessario: non lasciateveli scappare! (www.myspace.com/thekavanaghs)

Vinilo - Vinilo (2008; autoprodotto). Spulciando e studiando il nuovo movimento powerpop argentino mi sono imbattuto nei Vinilo. Sono venuto a conoscenza della loro esistenza non molto tempo fa leggendo una recensione del loro omonimo disco sulla bibbia, ossia il catalogo online che Bruce Brodeen stila ogni due settimane circa per la Not Lame. Ancora non posseggo fisicamente il disco completo, ma spero di riuscire ad acquistarlo quanto prima, perchè da ciò che si intuisce ascoltando i brani sulla pagina MySpace del gruppo non dev'essere niente male. I Vinilo, un "quattro teste" composto da Hernan Burset, Fernando Cerone, Emiliano Rojas e Ricardo Verdirame, a differenza dei ricercati ed eleganti Baby Scream e Kavanaghs suonano quel tipo di powerpop potente, divertente e caciarone che unisce il tradizionale stile di gruppi come i Knack e - per certi versi - gli ELO alle chiassose chitarre di certo glam anni 70. Se avete gradito i dischi di recenti gruppi "motown" come Romeo Flynns, Respectables e non vi dispiace se il vostro pop è macchiato da qualche chitarrona alzata un pò più del dovuto, qui c'è pane per i vostri denti. Il cantato è in spagnolo e loro sulla copertina appaiono saltellanti, cazzari ed accompagnati da flying V in bella vista. Tre elementi che non lasciano alcun dubbio: powerpop energico, casinista e disimpegno puro. Grande la cover di No Matter What. Altra bella scoperta. (www.myspace.com/vinilo99)

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