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domenica 13 settembre 2009

Disco del Giorno 13-09-09: David Brookings - Glass Half Full (2009; autoprodotto)

David Brookings lo seguo da anni, precisamente dai tempi di The End Of An Error, secondo dei cinque album messi al mondo in otto anni dal prolifico autore di Memphis, Tennessee. Perchè mi sta simpatico, molto simpatico. Come non voler bene al faccione sorridente e paffuto che ci guarda dalla copertina di Glass Half Full? Impossibile. Ed è impossibile, forse addirittura disumano, non rendere l'onore delle armi ad un lavoro che fin dal titolo è un manifesto dell'ottimismo, del nonostante tutto, della joie de vivre.

Rispetto al predecessore Obsessed, immatricolato nel 2007, Glass Half Full è diverso soprattutto nelle liriche, che poi sono la fotografia dell'evoluzione di un uomo. Così è normalissimo, persino ovvio, passare dalla fine di un errore e dalle aspre - ancorché melodiche - liriche di "Go Away" (era il 2003) al periodo transitorio del bellissimo Chorus Verse The Bridge (2005). E se nel periodo Obsessed ci cantava "I'm Not Afraid" ora si capisce il perchè. David è un uomo completo, con tanto di moglie e figlioletto, come si intuisce ascoltando il mid-tempo della docile I Wish I Could Be With You, quasi un Ryan Adams periodo Gold in versione poppy, dove David, candido, narra della necessità di ingaggiare una babysitter. Così, l'eterno ragazzo che soleva lavorare come guida turistica ai celeberrimi Sun studios di Memphis (dove il disco è stato prodotto insieme a James Lott) è approdato a quello che probabilmente è il suo disco migliore per ora.

Ovvio, nessuno si aspetti rivoluzioni di alcun tipo. Perchè David è fatto così, docile, premuroso e dotato di spiccata sensibilità pop. Con una predisposizione a rendere luccicanti cose semplificate fino all'osso che lo rende unico. Un maestro della rima baciata, libero docente nel corso di canzoni sentimentali comparate. Del resto, non si può chiedere a uno così di diventare un duro, non avrebbe nessun senso. E probabilmente, in tal caso, non avremmo l'opportunità di cogliere germogli popolari come quelli che Brookings è in grado di seminare, garantendo per giunta un raccolto di pregio ogni due anni, tassativamente.

David anche questa volta è stato di parola, e di gustosi omaggi Half Glass Full è colmo. Don't Wake Me Up, per esempio, è tipico Brookings. (Power) pop dalla buona lena, dal cantato scanzonato e sognante al medesimo tempo, dalle chitarre leggere leggere per un feeling generale estremamente melodico ed "umano". This Time It's For Real è uno degli episodi migliori della discografia del cantautore di Memphis. Che rilancia, senza sforzo, buttando nel mazzo la sostenuta e valorosissima We Never Ever Spoke Again, un altro fantastico mid tempo come Love Goes Down The Drain ed un paio di lenti imperdibili come Flashlight Love e la consapevole Getting Older che, conoscendo David, sarà un ottimo tramite verso il prossimo disco di studio, atteso per l'autunno del 2011. Perchè ad alcune certezze è bello affezionarsi, ed è bello sapere che, comunque vada, personaggi come David Brookings difficilmente tradiranno quello che ci si aspetta da loro. Dedicategli un pezzettino del vostro cuore.

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