.header-inner:[widht:300px;]

mercoledì 14 luglio 2010

Disco del Giorno 14-07-10: The Record's - De Fauna Et Flora (2010; Foolica)

I Record's, visti un paio di volte dal vivo, mi hanno estrememente impressionato. I Record's, ossia Pierluigi Ballarin, Gaetano Pomigliano e Pietro Paletti, da Brescia, sono giunti al secondo, spaventoso album di studio. Non vorrei sfruttare troppe iperboli, ma non riesco a non dire che i Record's, al momento, sono tra i migliori gruppi italiani senza ombra di dubbio.

Raro caso di successo meritato all'interno del panorama indie italiano, il terzetto bresciano riesce a confermare le enormi aspettative che il precedente ed osannatissimo Money's on Fire aveva inevitabilmente creato. Ci riesce con un album, intitolato De Fauna Et Flora, che farà parlare di se per molti anni a venire, e molti addetti ai lavori saranno costretti ad ammettere che si, il secondo album dei Record's ha lasciato un segno profondo nel panorama indipendente nostrano. Un panorama che, a dire il vero, sta iniziando finalmente a fiorire lontano dal Mi-Ami, da Rock-It e dall'universo modaiolo, grazie alla qualità di fantastici gruppi quali Bad Love Experience, Radio Days e Temponauts, solo per citarne alcuni e senza offesa per gli altri, si intende. Ma torniamo ai Record's. Polverone mediatico ai tempi del primo ep, Joyful Celebration e del singolo Move Your Little Fingers, passato on air dalle principali radio nostrane, e non era finita. Arriva Money's On Fire, seguito dal tormentone Girl of My Wet Dreams, che finisce per diventare la colonna sonora di uno spot della Gazzetta dello Sport. Attesa spasmodica per una difficile conferma, ed ecco il nuovo album, stupendo.

Registrato da Matteo Cantaluppi (Canadians, Bugo) e mixato nientepopòdimenoche da Jon Astley (Stones e Stereophonics, tra gli altri), De Fauna Et Flora è trapunto di melodie impeccabili, songwriting elementare ed immediatamente adesivo, con particolari note di merito per il perfetto utilizzo delle voci, vero marchio di fabbrica della casa. Difficile abbozzare una definizione di genere complessiva e (soprattutto) esaustiva in toto. Pop-rock, certo, nella definizione generica da megastore, dove si spazia, si cambia, si improvvisa, al limite. La prima parte del disco lascia senza fiato: On Our Minds e Mr Hide sono commoventi estratti di pacato indie pop alla maniera degli Shins (passatemelo), inframezzati da un'insalata mista di pregio condita dal boogie di Rodolfo, che sembra fare il verso a YMCA nel ritornello, dalla poesia crepuscolare di Panama Hat e da I Love My Family, un brano che sotterra metà della produzione di avanzi di charts UK quali Kaiser Chiefs e Wombats. We All Need to Be Alone è l'anthem da cantare a squarciagola, non importa se allo stadio oppure fermi al semaforo. Meno male che durante la seconda parte si tira un pò il freno a mano, altrimenti sarebbe stato difficile pubblicare un altro album, tra un anno o due. Senza dimenticare, questo va detto, la sghemba fillastrocca contenuta in New Gear, New Feel, giusto per dare un tocco d'eccellenza anche al "lato b" della storia.

Il fatto che dallo scorso 24 Aprile il nuovo spot della storica birra danese Ceres sia musicato dai Nostri, in collaborazione con i bizzarri elettropoppers Serpenti, è garanzia di successo prolungato, ma se lo meritano tutto. Anche perchè, avendo avuto il piacere di conoscere i ragazzi, tendo ad escludere che possano montarsi la testa. Grandi, non fatevi schiacciare dal music business!

Nessun commento: