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giovedì 18 dicembre 2014

Disco del giorno: Ransom and the Subset - No Time To Lose (Tune Stack records)


Fai un demo, fatto bene, come si faceva una volta. Poi inizi a farlo girare, e i pezzi effettivamente sono belli, si vede che di talento ce n'è. Ti ascoltano. Sono talmente soddisfatti che decidono di aiutarti sporcandocisi le mani, prima uno e poi l'altro, finché non viene fuori un team eccezionale. La meritocrazia rappresenta un concetto che ogni tanto trova applicazione pratica, e bisogna dire che RanDair Porter l'opportunità se l'è meritata tutta. Ransom and the Subset è il suo progetto originale, anche se l'uomo tende a precisare che la band è attiva e concreta ed è composta pure da Rene Guist, Jon Momolo e Patrick Coy. Senza voler nulla togliere, però, ai bravi musicisti di Seattle, bisogna dire che il fascio di luce va spostato sui personaggi seduti dall'altra parte della consolle. Si, perché a lustrare la gradevolissima materia prima sono intervenuti nientemeno che Duck Carlisle, quello dei Major Labels, e Brian King, che molti di voi non ricorderanno ma se dico Oranjuly, quarto miglior disco su queste pagine nel 2010, la memoria dovrebbe tornar a funzionare. E non è finita qui. Perché scorgendo le note del disco scopriamo che Jody Porter dei Fountains Of Wayne ci ha messo la chitarra in Sticking Onto You, e persino Mike Musburger, storico batterista dei concittadini Posies, ha voluto sedersi dietro ai tamburi durante le registrazioni di Leaving With You.

A cosa dobbiamo una simile adunanza di menti eccezionali? Certamente RanDair è un ottimo diplomatico, e si sa far voler bene, ma nulla sarebbe stato possibile se al centro di tutto non ci fossero state undici canzoni davvero notevoli, di quelle che ti fanno gola al pensiero di lavorarci su. Abbiamo detto della partecipazione di Jody Porter: ecco, non per essere scontato, ma No Time To Lose, il secondo album dei "Subset", è uno dei migliori dischi d'orientamento Fountains of Wayne che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi anni. Se brani come Leaving With You rappresentano un tributo piuttosto evidente agli esordi della band di riferimento, va detto che l'eccezionale somiglianza diventa splendido riconoscimento nei lenti come Baby Cry e come la traccia che da nome al disco. Altrove, i ragazzi sanno volgere a proprio favore anche i brani a presa un pò meno rapida come Questions, guidata da un piano e da una melodia piuttosto angolare, e dimostrano, durante la poderosa One For Me, che il powerpop moderno potrebbe essere un genere ampiamente televisivo, se solo esistessero ancora le televisioni musicali. Million Out Of Me e We'll Get By, con le loro travolgenti parti liriche, le grandi dinamiche ed una sezione ritmica davvero inventiva mi ricordano gli insuperabili brani che popolavano il primo album dei Valley Lodge, uno dei migliori dischi di genere del millennio, mentre Annie, superba traccia introduttiva nonché presumibile singolo, è perfetta ad aprire le danze di When Will I See You, che con le melodie migliori del disco risulta essere, a mio avviso, il singolo in pectore di un album che il lettore abituale di questo blog può tranquillamente comprarsi a scatola chiusa.

Kool Kat | Bandcamp

 

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